Recensione: "Noi siamo infinito. Ragazzo da parete" di Stephen Chbosky

Prima di addentrarmi nel romanzo, vorrei spendere qualche parola sulla scelta del titolo: si tratta di divagazioni che siete liberi di saltare.
In Italia il romanzo è uscito nel 2006 con il titolo Ragazzo da parete, traduzione letterale di a wallflower. Ero ancora troppo piccola per interessarmi al libro e soprattutto al suo impatto sul pubblico, ma non credo che l'espressione sia mai stata d'uso corrente per indicare, in italiano, quella persona particolarmente timida e introversa, che osserva e sa, ma non parla e alle feste resta in disparte, addossato al muro, magari, come carta da parati.
Ecco, si usa "fare tappezzeria" ma, sono d'accordo, sarebbe stato un pessimo titolo.

copertina noi siamo infinito stephen chbosky

Titolo: Noi siamo infinito. Ragazzo da parete
Titolo originale: The perks of being a wallflower
Autore: Stephen Chbosky
Traduttore: Chiara Brovelli
Prima edizione italiana: Frassinelli - 21 marzo 2006
Prima edizione: Pocket Books, a Division of Simon & Shuster - febbraio 1999
Pagine: 271
Prezzo: cartaceo - € 15,90; flessibile - € 9,40; ebook - € 7,99
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The perks of being a wallflower è una raccolta di lettere scritte da Charlie a uno sconosciuto, al quale si rivolge semplicemente chiamandolo amico. Non è difficile, quindi, immaginare di essere i destinatari di quelle lettere e farlo mi ha fatto sentire i brividi sulla schiena.
Nelle lettere Charlie racconta la sua vita e, sebbene spesso mostri una particolare attenzione per il suo interlocutore, quasi azzera i filtri dipanando a ruota libera ogni evento, spiegando e riflettendo sulle relazioni "con e tra" le persone.
La forma della lettera in alcuni casi può costituire una barriera per il lettore, ma non è questo il caso: spesso mi sono rispecchiata in questo ragazzino di quindici anni, nonostante abbia passato quell'età da un po'. Charlie ha una visione del mondo così simile alla mia che non sapevo se esserne rincuorata (sapete, sono quelle cose che non sempre si condividono con altri e che ti fanno sentire diverso) o se preoccuparmi. Già perché Charlie pensa troppo. Pensa e non agisce; resta fermo a osservare la vita, la sua e quella degli altri, e non sembra riuscire a prenderne parte.
Eppure le sue esperienze sono piuttosto comuni, eccezion fatta per gli avvenimenti più drammatici. Nella primissima lettera racconta che in primavera il suo amico Michael si è suicidato. Il tono della narrazione mi è parso strano, troppo calmo e, anche se trasmette la disperazione, il senso di impotenza, mi sono sentita obbligata a farmi carico della sua storia. Da quel momento in poi ho letto ogni parola con la sensazione (o presunzione) che la serenità di Charlie e in generale il suo benessere dipendessero da me. Così ho scoperto che Micheal non è l'unica persona che ha perso: anche l'amatissima zia Helen è morta, ma Charlie non è riuscito mai a dirle addio e rimane aggrappato strenuamente ai bei ricordi.
L'inizio delle superiori è un po' burrascoso: gli amici delle medie, soprattutto le ragazze, sono cambiati e lo evitano e, in più, si è già scontrato con un bullo. Tuttavia, almeno dal punto di vista scolastico, l'anno scorre sereno. Il suo insegnante di inglese (quanto ho adorato questo professore?), rendendosi conto del suo potenziale, ha deciso di assegnargli delle letture extra e Charlie non manca di esporre le sue impressioni all'amico di penna.

copertina prima edizione italiana ragazzo da parete recensione

Durante una partita di football conosce Patrick e Sam. La reciproca simpatia consente all'amicizia di nascere all'istante, anche se Charlie è decisamente attratto da Sam, dal suo bellissimo sorriso e dai suoi occhi verdi. E la notte stessa del loro primo incontro, Charlie sogna di fare l'amore con lei. Sorprendentemente Sam non giudica Charlie per questo (sì, glielo racconta!) e si preoccupa per lui, restandogli accanto come una vera amica.
Grazie all'intensità delle lettere, ho avuto l'impressione di conoscere realmente gli amici di Charlie e mi sono sorpresa nel desiderare di rivederli al più presto, quando il trio rimaneva separato per qualche tempo. Frequentandoli, però, il nostro protagonista viene iniziato alle droghe, dall'erba al LSD. L'assunzione di queste sostanze non produce effetti positivi nel ragazzo, che nel frattempo manifesta una sorta di insofferenza, con attacchi di panico apparentemente immotivati.
Non posso davvero raccontarvi altro. Spero, invece, che abbiate voglia di leggere The perks of being a wallflower: mi ha emozionato in modo sincero, toccandomi nel profondo. Non si tratta soltanto dell'incredibile sintonia che ho instaurato con il protagonista: il romanzo di Chbosky affronta con sicurezza e senza inutili fronzoli temi scottanti come la droga, il sesso, l'omosessualità e il suicidio. Se ne potrebbero trovare altri (per fare un esempio: l'omologazione del pensiero), ma questi sono quelli per cui il libro è stato maggiormente criticato tanto da conquistare il terzo posto nella lista dei dieci libri più contestati del 2009, stilata dalla American Library Association.
Non è un dato che mi sorprenda, ma trovo ridicolo che sia stato criticato per queste ragioni. Le esperienze narrate sono difficili e anche dolorose, ma la semplicità di Chbosky riesce a rendere la storia accessibile a tutti offrendo un'occasione per riflettere su argomenti sempre attuali ed importanti.

Il mio voto

4 specchi


p.s Nel caso siate curiosi, ecco la playlist del romanzo

Amaranth

Commenti

  1. Volevo accontentarmi del film ma penso che leggerò anche il libro ormai...sembra molto bello ^^

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    1. Io spero di riuscire a vedere il film nei prossimi giorni (o nelle prossime settimane, LOL). Ti consiglio il libro; a me è piaciuto molto: è delicato, ma allo stesso tempo importante.

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