Il lamento di Euridice

Luana Semprini

Titolo: Il lamento di Euridice
Autore: Luana Semprini
Editore: Ute Libri
Prima edizione: 30 gennaio 2013
Dimensione file: 243 KB
Pagine: 108
Prezzo: Kindle - € 3,59

L'estate della maturità è solitamente una delle più belle: lascia dei bei ricordi, si vive con spensieratezza, mentre nell'aria vibra quel senso di liberazione più che di libertà.
Ed è questa l'estate che Erika immagina di trascorrere con i suoi amici. Daniel è un ragazzo che da poco si è aggiunto alla compagnia, ma è simpatico e ha feeling con tutti; inoltre, è lui a mettere a disposizione la casa in campagna per le vacanze.
La villeggiatura inizia con una piccola gita all'antico cimitero sconsacrato, ma è lì che iniziano i guai. Erika sente una voce lamentosa che non la lascerà mai più. Da quel momento in poi il suo comportamento cambia allontanandola dalla sua migliore amica, Jane, e isolandola dal gruppo. Quella stessa notte, colta da un lampo di temerarietà, Erika decide di ritornare al cimitero, dove incontrerà Malco, un ragazzo strano e inquietante.
Anche Malco è tormentato da una voce, la voce del famoso cantore greco, Orfeo. E la voce che tormenta Erika è niente meno che la sposa perduta: Euridice. Per liberarsi, i due devono consentire alle anime degli amanti di ricongiungersi…


Sono ore che guardo il cursore che lampeggia sullo schermo cercando un modo carino per esprimere il mio pensiero su Il lamento di Euridice, ma temo che non riceverò l'illuminazione giusta.
Su diversi blog avevo letto segnalazioni e recensioni di questo romanzo: la trama, equilibrato connubio di originalità e ispirazione ai miti classici, mi ha subito attratta. Aspettavo l'occasione giusta per leggerlo e mi si è presentata proprio in questi giorni.
È stata una lettura molto veloce e non troppo impegnativa che, però, mi ha lasciata un pochino delusa. Premetto che sono un'amante delle descrizioni accurate, dei barocchismi, ma leggo davvero di tutto e, soprattutto, penso di essere in grado di apprezzare qualsiasi stile. Tuttavia fin dal primo capitolo mi è sembrato che la narrazione corresse un po' troppo: a mio avviso poteva essere più approfondita e dilatata, anche perché così mi ha fatto pensare più a un racconto che a un romanzo vero e proprio.
Tralasciando le veniali questioni sulla brevità e sullo stile, durante la lettura mi sono imbattuta in alcuni usi linguistici che mi hanno lasciato perplessa: non potrei definirli errori veri e propri ma, sommandosi alla latitanza di diverse virgole nei dialoghi, li ho notati e non me la sento di passarci sopra come farei con un errore di battitura (volente o nolente, scappano sempre).
Mi riferisco a espressioni come "sobillando di gioia" e "mi sentivo piena di nausee". Ho fatto le mie ricerche perché spesso capita che frasi, che ci suonano strane, siano in realtà più che corrette e che le parole abbiano significati diversi da quelli che conosciamo. Partendo dal primo esempio, mi risulta che sobillare sia sinonimo di incitare, addirittura istigare e che, pur ammettendo l'uso metaforico all'interno della frase, essendo transitivo non dovrebbe essere seguito dalla preposizione. Venendo alle nausee, l'uso plurale mi fa pensare a una donna incinta ed Erika non lo è. Queste, come altre imprecisioni, potevano facilmente essere evitate da una revisione più attenta e critica del testo.
Non voglio accanirmi, ma desidero esporre con chiarezza i motivi della mia insoddisfazione; perciò, devo ammettere di aver trovato alcune incoerenze all'interno della storia. Il prologo è senza dubbio intrigante e riempie di curiosità: Daniel, l'amico di Erika, è morto in circostanze misteriose, ma è sulla ragazza che si concentra la nostra attenzione; sconvolta da un'ansia febbrile e isolata da tutti i suoi amici. In questa circostanza, si apprende che tra lei e Daniel c'è stata qualcosa di più che una semplice amicizia. Proseguendo la lettura, però, si scopre che Erika, pur trovando simpatico e carino il ragazzo, non è interessata a lui e che, anzi, è infastidita dalle attenzione che le dedica tanto da arrivare a respingerlo.
Ed infine, l'epilogo. Mi chiedo se l'autrice abbia in mente un seguito perché è l'unica cosa che, almeno in parte, lo motiverebbe.

---------------------SPOILER!-------------------

Al funerale di Daniel è presente anche Malco/Orfeo. Tutti sappiamo che Erika è lì per lui, smaniosa di rivederlo. Quando i due si rincontrano, Erika vuole delle spiegazioni da Malco: cosa è accaduto a Daniel? È spontaneo intuire il peggio ma, completamente folle, la ragazza accetta di seguire Malco, senza ricevere alcuna vera risposta. Io sono rimasta un po' basita, come davanti ad altre soluzioni interne alla narrazione: è stata una doccia gelata.

Inutile dire che non mi sono sentita partecipe delle emozioni vissute dalla protagonista. Alcuni comportamenti, inoltre, mi sono sembrati immotivati o sproporzionati, ma per il patto di sospensione dell'incredulità tra lettore e narratore ho deciso di non soffermarmici e di proseguire la lettura.
Quella de Il lamento di Euridice è una storia con moltissimo potenziale e io sono fermamente convinta che anche l'autrice possa fare meglio. Ancora una volta, voglio lodare l'originalità, caratteristica preziosa come una gemma rara.

Il mio voto

2 specchi

Amaranth
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.

Commenti