Recensione: "Gens Arcana" (Istoriae Arcanae #1) di Cecilia Randall

Titolo: Gens Arcana (Istoriae Arcanae #1)
Autore: Cecilia Randall
Prima edizione: Mondadori - 10 ottobre 2010
Pagine: 620
Prezzo: Rilegato - € 20,00; Flessibile - € 11,50; ebook - € 6,99
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Valiano è uno dei discendenti dei Nieri, una delle più importanti e antiche famiglie di Arcani. Gli Arcani hanno il potere di invocare la quinta essentia, la componente base di tutto il creato. Grazie a essa, gli Arcani possono controllare e comunicare con gli altri elementi (Aria, Acqua, Terra e Fuoco).
Ma pur avendolo nel sangue, Valiano ha rifiutato il potere arcano e, appena gli è stato possibile, ha abbandonato gli agi nobiliari per diventare un apprendista liutaio.

«È una maledizione a cui non si può sfuggire»

Alla morte del padre, però, ha ereditato il vinculum aetheris, il legame che lo designa come capofamiglia e gli concede l’accesso ai segreti e alle conoscenze della sua stirpe. Nel frattempo, approfittando della giovane età di Angelo, il fratello minore di Valiano, il cugino Folco ha preso le redini della famiglia, deciso ad assumere egli stesso il ruolo di capofamiglia.
Così Valiano si ritrova a essere accusato di patricidio e a dover fuggire dagli uomini di Folco. Tra di loro, però, c’è Manente che è più che determinato a trovarlo.

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La lettura di Gens Arcana è iniziata con incredibile lentezza e, benché fossi rimasta affascinata già dal prologo, ci ho messo un po’ a ingranare. Sicuramente, per me, gennaio è stato un mese un po’ pigro, ma in questo caso lo stile della Randall è stato complice della mia generale indolenza.
Estremamente descrittiva, la prosa si sofferma sull’ambientazione quanto sui comportamenti e le sensazioni dei personaggi, che segue attraverso una distaccata terza persona. Mai appesantita da fronzoli e giri di parole, la narrazione impone al lettore di soffermarsi e di godere del viaggio e dell’avventura offerta dalle pagine.
In primo piano vi sono gli elementali, creature legate ai diversi elementi, invisibili all’occhio umano, ma in grado di scatenare le forze della natura. Agli Arcani spetta il compito di bilanciare e preservare gli equilibri: non devono combatterli o dominarli, ma comunicare con loro per proteggere l’umanità.
Il potere arcano ha suscitato in me un grande interesse. Nel prologo, infatti, Angelo dimostra il potenziale della quinta essentia placando e liberando un elementale dell’aria, rimasto intrappolato in un monastero. Angelo è così abile e puro nella sua ammirazione per la creatura che diventa difficile non affezionarglisi.

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L’ambientazione storica, curata in tutti gli aspetti e perfettamente integrata alla vicenda, è la punta di diamante del romanzo. La Randall dà al lettore la possibilità di viaggiare nella Firenze rinascimentale, di correre per le sue strade e piazze. Non manca di fornire i riferimenti necessari all’orientamento e insieme a Valiano (nessuno corre quanto lui) è possibile scoprire gli edifici più importanti della città. In secondo piano, gli intrighi politici diventano il naturale sfondo del romanzo.
Lo scenario accurato e lo stile incantevole sarebbero stati poco meritevoli di attenzione, se non fossero stati coronati da personaggi complessi e ben caratterizzati. Ho già espresso il mio amore per cucciolino paffuttoso Angelo, ma è tempo di parlarvi degli altri.
In controtendenza, Valiano ha la mia preferenza rispetto al coprotagonista Manente, che pure ho apprezzato. Raramente capita di trovarsi davanti a un protagonista come Valiano: un codardo fatto e finito.
Valiano non è un eroe, nonostante sia animato da grandi principi, e rifiuta con tenacia il potere arcano e il proprio destino, dal quale è persino spaventato.

«Sarà perché hai l’indole del coniglio, sempre pronto a scappare in mezzo ai prati aperti» commentò Manente.

Eppure non ho potuto fare a meno di trovarlo credibile e reale. La sua inettitudine è stata frustrante, lo ammetto, ma non è bastata a minare la simpatia che ho provato per lui.
Manente è, invece, il guerriero perfetto, abile, coraggioso e arguto, ma un po’ troppo tenebroso per i miei gusti.
Tra gli altri personaggi positivi non posso non citare il ladruncolo di strada, in cui si imbatte Valiano, e Selvaggia. Quest’ultima fa la sua entrata in scena a narrazione inoltrata, ma mi è piaciuta molto perché è una donna indipendente e forte e queste caratteristiche sono assai rare in un personaggio femminile, soprattutto se secondario.

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Anche Folco, con il suo ingegnoso piano, è un cattivo di tutto rispetto: viscido nei modi e nel sorriso, ma pericolosamente astuto e imprevedibile.
Nonostante le ottime referenze (la parola delle mie Belle preferite non si discute), la Randall è riuscita a sorprendermi: Gens Arcana mi ha entusiasmato per la sua originalità e piacevolezza ed è un libro che consiglio a tutti.
L’unica nota spiacevole è la mancanza di un seguito che, benché il romanzo sia autoconclusivo, mi avrebbe fatto davvero contenta. Ma mai dire mai, giusto?*

Il mio voto

4 specchi

I libri della serie:
Gens Arcana (Istoriae Arcanae #1)
Magister Aetheris (Istoriae Arcanae #2)

* EDIT Il seguito, Magister Aetheris, in effetti, è arrivato nel 2018.

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Commenti

  1. Ciao Am :3
    Come sai ho letto soltanto un libro della Randall, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dal suo stile e voglio terminare sicuramente la duologia di Millennio di fuoco, ma prima di iniziare la trilogia di Hyperversum vorrei leggere Gens Arcana. Essendo un'autoconclusivo sono sicura di poter trovare spazio per questa lettura più facilmente che per un'intera serie. E poi la trama mi intrigava già, la tua recensione mi ha convinta ancora di più!

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    1. Ciao! ♥ Penso che anche Gens Arcana non ti dispiacerà. Come dicevo, lo stile della Randall è un po' lento, ma ormai lo conosci bene e sicuramente è più facile gestire un romanzo del genere tra una serie e l'altra ^^
      Assolutamente consigliato, mi fa piacere aver suscitato il tuo interesse :3

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  2. Questo della Randall mi manca! Ti consiglio di leggere Hyperversum, invece. Davvero molto bello! Devo rileggerlo prima o poi! :)

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    1. Seguirò il tuo consiglio ^^ Non avevo mai letto la Randall, ma mi è piaciuta davvero *o*

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  3. Condivido in pieno il parere riguardo alla partenza: ho iniziato a leggere Gens Arcana a metà dicembre e fino a quando non ho ingranato, nonostante l'indubbia bellezza, sono andata avanti davvero molto lentamente (vabbè, io poi gli ho tirato la zappa sui piedi piazzandoci una serie intera e qualche romanzo, tra cui l'ultimo blocco monolitico di Ken Follett!).
    Consiglio anche io la lettura di Hyperversum: sono passati quasi dieci anni da quando ho preso in mano per la prima volta quel libro ma, mentre la trama di tanti altri libri che ho apprezzato in questi anni è sbiadita, quella di quel primo romanzo di Cecilia Randall è ancora impressa nella mia mente. Ovviamente anche gli altri due meritano tanto ma, probabilmente perché è stato il romanzo che mi ha fatto scoprire Cecilia Randall, sono sentimentalmente più legata al primo rispetto agli altri.

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    1. Io ho avuto bisogno di qualche rassicurazione all'inizio, sebbene non avessi altre letture in corso dello spessore delle tue.
      Ti ringrazio per il consiglio, lo apprezzo molto soprattutto per il legame sentimentale che hai con Hyperversum.

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