Quello che i tuoi occhi nascondono

Recensione di Quello che i tuoi occhi nascondono di Serena Nobile

Serena Nobile

Titolo: Quello che i tuoi occhi nascondono
Autore: Serena Nobile
Prima edizione: Harper Collins - 20 aprile 2017
Pagine: 332
Prezzo: cover rigida - € 14,90; ebook - € 6,99

Virginia de Winter è tornata sotto lo pseudonimo di Serena Nobile, questa volta con un romanzo di genere romance facente parte di una serie, I cinque sensi.
Quello che i tuoi occhi nascondono vede come protagonisti Bianca Mornier, una fotografa di fama mondiale, e Federico Vallesi, un attore di fiction. I due, dopo un primo incontro molto focoso, si rivedono quando Lorena, un'amica di Bianca, le chiede come favore personale di fare un servizio fotografico a Federico e il sarcasmo sferzante della protagonista si presenta con un tempismo eccezionale:

«Tesoro, questo non è un favore: è una marchetta. Lo faccio solo perché ti voglio bene.»
«Può risparmiarsi il disturbo» intervenne alle sue spalle una voce maschile che la colpì con la forza di una bastonata. «Lorena, grazie per il tuo interessamento, ma non penso di essere disponibile a lavorare con la signora.»

In seguito a questo infelice secondo incontro, il rapporto tra Bianca e Federico si intreccia e attorno a loro ruotano anche altri personaggi non meno interessanti e divertenti. Alla trama romance si accompagna anche un pizzico di giallo legato al passato di Bianca e delle sue amiche: ai tempi del collegio erano rimaste direttamente coinvolte nel tentato suicidio di una loro compagna. Questo evento torna a tormentarle nel romanzo, anche se risulta in secondo piano ed è evidente che ci accompagnerà nei capitoli successivi della serie. Alcuni dei brani dedicati proprio a questo fil rouge sono tra i miei preferiti, perché hanno dato un tocco giusto di inquietudine nel corso del romanzo.

Serena Nobile aka Virginia de Winter ha abituato i suoi lettori a tre elementi nei suoi scritti: un'ambientazione curata, una rosa di personaggi che entrano nel cuore e uno stile impeccabile. Pur cimentandosi con un genere diverso rispetto ai precedenti romanzi, non sono mancate queste certezze. L'unico appunto che mi sento di fare e che probabilmente dipende molto dal gusto personale è la presenza diffusa di scene davvero molto hot (preparate i ventagli, la temperatura si alzerà) che, sebbene abbia trovato ben inserite, a mio parere avrebbero potuto essere ridotte.

Roma prende vita tra le pagine del romanzo e il lettore accompagna i personaggi tra le sue strade. È un'ambientazione che diventa a tutti gli effetti protagonista insieme a Bianca e Federico. Si sente quanto l'autrice conosca bene la città e che, soprattutto, la vive: è riuscita a sfruttare al meglio una scenografia evocativa e sempre affascinante. Non va dimenticato, poi, che l'occhio fotografico di Bianca ci regala una particolare prospettiva nelle descrizioni di luoghi e personaggi. Il mestiere (e passione) di Bianca è stato utilizzato meravigliosamente non solo nella caratterizzazione del personaggio, ma proprio anche come punto d'osservazione.

Una siepe di edera ricopriva la facciata di un palazzo ottocentesco ai piedi di una delle ripide salite che apparivano senza preavviso dietro una svolta qualsiasi.
Bianca prese due scatti sul medesimo fotogramma, sovrapponendo le immagini sullo stesso tratto di pellicola. L'effetto sarebbe stato bellissimo, pensò. Regolò il diaframma, controllò la qualità della luce e ripeté l'operazione.

Tra i personaggi, invece, abbiamo un bello schieramento di donne: ci sono le amiche di Bianca Elenoire, Catherine, Vittoria e Lorena, sempre pronte ad aiutarsi e sostenersi a vicenda nonostante le distanze e i fusi orari che le separano. E come non citare anche la formidabile e temibile agente di Federico, Marianna (meglio nota come Maria La Sanguinaria)? Fa poche apparizioni e spesso solo attraverso le parole altrui, ma lascia sempre il segno.
D'altronde tutti i personaggi secondari sono ben tratteggiati e vien voglia di conoscerli ancora meglio.

A farla da padrone in questo romanzo, com'è giusto che sia, sono però Bianca e Federico.
Bianca è all'apparenza sempre vivace e spensierata, con un sarcasmo affilato che non ha timore di usare, ma che in fondo nasconde molte fragilità. Federico, dal canto suo, non ha avuto una vita semplice ed è rimasto ferito in passato. Sono entrambi diffidenti e non vorrebbero cedere all'attrazione che sentono, ma finiranno per farci comunque i conti.
Ciò che mi è piaciuto in particolare del loro rapporto è stata la scelta della differenza d'età: se siamo abituati a un protagonista maschile più grande, non si può dire lo stesso del contrario. E in questo caso vi sono otto anni di differenza tra i due ed è Federico il più giovane (e non mancano battute che giocano proprio su questo particolare).

«Non appena prenderò la laurea mi iscriverò all'Accademia d'Arte Drammatica, per ora mi dedico allo studio. Lingue alla Sapienza. Mi laureo in letteratura francese.»

Se Bianca fa della fotografia la sua arte, anche Federico ha una passione: la letteratura francese. E quest'ultima è un punto in comune fra i due personaggi, tanto da divenire parte integrante del loro rapporto e fonte continua di citazioni. Rimanendo in tema, non mancano anche richiami di altro tipo, in particolare a serie tv, manga o anime, che per gli appassionati sono sicuramente molto divertenti da trovare.

«Lo so benissimo che non guardi nulla a parte serie tv per adolescenti, supereroi Marvel e cartoni animati giapponesi, quindi potresti evitare questo snobismo culturale.»

Ultimo, ma non per importanza, è lo stile. Possono cambiare genere, atmosfere e personaggi, ma lo stile di Serena Nobile ha sempre un'impronta riconoscibile: curato e ricercato, anche nella sua nuova cornice.

«Ho sempre avuto l'impressione che la mia vita fosse solo un riflesso della fotografia. Come se ogni ora del giorno, ogni esperienza e ogni momento esistessero solo perché io potessi fissarli in una foto. Poi sei arrivato tu.»

Il mio voto

4 specchi

Angharad

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